Le richieste vertono principalmente sul Corso direttivo, che l’Amministrazione ha previsto per chiudere l’ispezione dell’Emsa - European Maritime Safety Agency - incentrata su alcune carenze dei programmi scolastici degli Istituti nautici italiani.
La questione è stata finora affrontata con i sindacati confederali, concentrandosi sul personale del naviglio mercantili, ma la componente del diporto commerciale vede impegnati numerosi comandanti e ufficiali.
“Questi uomini e donne sono una risorsa importantissima per tutta la nostra filiera e per le economie costiere – spiega la presidente di UCINA Confindustria Nautica, Carla Demaria – un comandante e un equipaggio italiano si legano strettamente alla presenza in Italia come porto base e alla scelta di un cantiere italiano per il refitting, con un valore economico in termini di indotto che è concretamente misurabile. Non possiamo mortificare queste professionalità, rimandandole a scuola dopo anni, se non decenni, che esercitano la loro professione”.Per questo motivo UCINA ha presentato un documento articolato in cinque punti che prevede la semplificazione delle procedure, l’eliminazione della necessità di corsi obbligatori, la previsione di un esame a quiz con domande estratte da una banca dati pubblica, almeno per i marittimi che già hanno un titolo professionale.
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