AM è una delle imprese siderurgiche più importanti al mondo, con oltre 200 mila dipendenti (612 distribuiti tra tre stabilimenti di Avellino, Canossa, e Piombino). Oggi il gruppo, che si appresta a vivere una nuova fase con la futura acquisizione dell'Ilva, produce in Europa 40 milioni di tonnellate di prodotti destinati all'automotive, al mondo degli elettrodomestici o a quello delle costruzioni edili, e conta sulla ripresa del mercato dell'acciaio per aumentare i propri affari.
"Tutte le materie prime arrivano via nave - ha detto Pisaneshi, che ha aggiunto -, nel 2017 abbiamo movimentato tramite il porto di Piombino 700 mila tonnellate di coils, che vengono trasformati in prodotti finiti attraverso le varie fasi di lavorazione".Per il futuro l'azienda scommette non poco sullo sviluppo delle esportazioni di questi prodotti finiti: ad oggi solo il 6% di materiale zincato riparte via mare ed è destinato essenzialmente alla Turchia, del Nord Africa, ma un domani potrebbero esserci sviluppi interessanti verso nuovi mercati, per raggiungere i quali il traffico via ferro diventa strategico.
"In Italia non c'è una cultura del trasporto via treno - ha detto Carpino -, se un domani dovessimo sviluppare i nostri mercati, il potenziamento del ferro potrebbero rivelarsi fondamentale, soprattutto per un porto come Piombino, che ArcelorMittal intende continuare ad utilizzare come hub di riferimento per i propri traffici".Corsini, che non ha fatto mistero di stare lavorando ad un piano del ferro di Sistema per potenziare i traffici ferroviari di Piombino, ha dichiarato che la posizione dello scalo piombinese nell'ambito del Sistema Portuale è strategica per la logistica dell'acciaio:
"Siamo contenti che un interlocutore del calibro di AM continui a considerare il porto di Piombino un hub importante per i propri traffici e lavoreremo per sfruttare appieno tutte le potenzialità dello scalo".
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