1 luglio 2017 - Immigrazione, rispetto delle convenzioni internazionali, richiamo a quella convenzione Solas che dovrebbe garantire i più alti livelli di salvaguardia della vita umana in mare, obbligatorietà del soccorso e di trasporto in un “porto sicuro”. Su queste tematiche tornate di attualità cogente, con l’incremento negli sbarchi sulle coste italiane, ma specialmente dopo le dichiarazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dell’ultimatum lanciato alla UE dal ministro degli Interni, Marco Minniti, il Gruppo giovani di Federagenti, guidato da Simone Carlini, ha acceso i riflettori a Genova; lo ha fatto affidando all’ammiraglio ispettore Giovanni Pettorino, comandante della Capitaneria di porto di Genova, il compito di tracciare un bilancio, drammatico, dell’azione svolta quotidianamente dal Corpo delle Capitanerie nell’opera di salvataggio e recupero in mare dei migranti, e di sottolineare come proprio l’adesione dell’Italia alla Convenzione Solas sulla tutela della vita umana in mare e alla Convenzione di Montego Bay rendano complessa e di difficile attuazione ogni ipotesi di progressivo “affrancamento” italiano dalle operazioni di salvataggio e anche di blocco dei porti italiani. Secondo i dati forniti da Pettorino, di fatto l’Italia, i cui mezzi vigilano non solo sulle acque territoriali, ma anche su quelle dei paesi costieri dell’Africa che hanno un ruolo passivo, o complice, nel fenomeno dell’emigrazione clandestina verso l’Europa, si trova a intervenire su un’area complessiva di oltre un milione e 100.000 chilometri quadrati, pari a più della metà dell’estensione del mare Mediterraneo. E la previsione per quest’anno è di un flusso complessivo di migranti che sbarcheranno in Italia superiore alle 200.000 unità.
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