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Cna-Fita: no alla costituzione di parte civile


3 aprile 2017 - A pochi mesi dall’assemblea elettiva per il rinnovo delle cariche, la storica minoranza che ha da sempre contrastato il percorso di rinnovamento avviato, a partire dal 2011 in CNA-Fita l'associazione degli autotrasportatori artigiani, con la presidente modenese Cinzia Franchini, ha di fatto utilizzato il Consiglio nazionale, convocato sabato scorso a Bologna, per l’approvazione del nuovo Statuto, per colpire al cuore il percorso fin qui fatto sulla legalità. Nello statuto proposto in votazione era stato inserito un articolo che stabiliva quanto segue: CNA-Fita garantisce la funzione sociale dell’impresa che contrasta con le condotte delle organizzazioni criminali e con gli elementi a base dell’impresa mafiosa.

Sussiste quindi un interesse specifico e diretto a costituirsi parte civile ogni qualvolta, nei processi giudiziari, dai reati contestati agli imputati, derivi la lesione della personalità dell’Unione, offendendo in maniera diretta ed immediata lo scopo sociale della stessa, le finalità proprie del sodalizio e col conseguente discredito derivato alla sfera sociale che lei garantisce. I componenti presenti che da sempre hanno osteggiato le politiche di CNA-Fita nonché le proposte di rilancio e cambiamento all’interno dei consorzi di servizio, hanno con voto palese dichiarato il loro dissenso all’articolo proposto, in tema di legalità e infiltrazioni mafiose nell'autotrasporto e nella logistica attraverso la costituzione di parte civile, bocciandolo.

 I territori in questione sono parte dell’Emilia-Romagna, della Lombardia, della Toscana e del Veneto. Su 60 componenti il Consiglio nazionale i presenti erano 38. A votare contro i 19 della storica opposizione. Durante la riunione del Consiglio gli stessi oppositori hanno diffidato la Presidente Franchini dal rivelare i loro nomi. Dichiara Cinzia Franchini:
“Ieri si è consumata una delle più brutte pagine di questa storica associazione che evidentemente più di qualcuno non vuole sia rinnovata e rilanciata. Da un paio di anni ho apertamente denunciato gli attacchi striscianti che più volte ho ricevuto all’interno della mia stessa associazione anche con l’avvallo della Confederazione - prosegue la Franchini - A ferirmi oggi però non sono quei colpi bassi quanto invece l’ostinata e complice repellenza che alcuni apparati sclerotizzati nella CNA come nella FITA vivono rispetto al necessario rilancio dell’intera rappresentanza di impresa su temi come quelli della legalità e del contrasto al crimine organizzato”.

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