Secondo Trasportounito la crescita costante dei costi di gestione ha prodotto effetti devastanti per l’assenza di qualsiasi certezza sui tempi e addirittura sulla possibilità stessa di ottenere il pagamento delle prestazioni di trasporto.
A clamorosi crack di committenti come quello in atto del gruppo Artoni (e di centinaia di casi simili ogni anno), che innescano reazioni a catena nel settore, si sommano, e sono ormai diventati regola, la metodica violazione degli strumenti normativi relativi ai pagamenti: le imprese pur di lavorare accettano pagamenti a 120 giorni e oltre.
Quando altri paesi, proprio per prevenire i rischi, hanno posto sanzioni, anche di tipo penale, per i pagamenti che vengono effettuati oltre i trenta giorni. In Italia (dove solo la modalità del trasporto su gomma non fruisce di un pagamento immediato del “biglietto”) le imprese per sopravvivere giocano le carte della disperazione comprimendo i tempi per effettuare più viaggi possibili, e rinviando gli interventi di manutenzione sui mezzi anche quando sono immediatamente necessari.
Questa competizione distorta, ormai deregolamentata e priva di controlli, si scarica sulle strade dove i mezzi pesanti ogni giorno, sempre di piú, suscitano un allarme, purtroppo motivato, per gli altri utenti della strada
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